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Mauro Schiavone - Ufo su Jazz Convention

Ufo, un titolo onomatopeico, autoriflessivo, su una musica, quella di Schiavone, che fin ad oggi lui stesso ha definito un oggetto non identificato, un insieme di entità senza nome e forme definite. Un qualcosa che viene dall'irrazionale, nasce dall'istinto e che come un mutante cambia continuamente forma. Ma Ufo è anche un lavoro esorcizzante, perché in questo disco le forme ci sono, hanno dei contorni e le idee di Schiavone sono molto chiare e vanno verso la Scandinavia, verso i suoni di Esbjörn Svensson, a cui dedica anche un brano. 
Ma per essere chiari, qui non si copia, si prende spunto, al massimo. Schiavone mette in campo le sue doti tecniche, l'istinto, la creatività, l'improvvisazione, la melodia e l'innata capacità di dialogo che si sommano alla perfetta assistenza tecnica di Gabrio Bevilacqua e Roberto Pistolesi. E in alcuni brani, per dar forza al trio, lui vi aggiunge il sax di Gaspare Palazzolo e la chitarra di Francesco Guaiana. Le composizioni di Ufo nascono dalla sua mente tranne la felice versione di My man's gone now di Gershwin. Sono brani compiuti, improvvisati su delle certezze armoniche, che rispondono ai nomi di Risiko (un riuscito rompicapo), Esbjörn (una dedica intensa), Follow Me (dinamicità incalzante), Leaves (ovvero il sogno), Inquieto (cinetica) eUfo, che chiude un disco di riuscite e ben definite entità.

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