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Try trio - Sphere su Rockerilla

Sphere
Improvvisatore Involontario

 

“La musica di Monk è in continua evoluzione, in perpetuo movimento”. Bello quanto vero questo concetto espresso dall’instancabile pioniere Francesco Cusa nelle note di copertina. Un album questo, finalmente, che getta nuove speranze per un jazz italiano troppo spesso adagiato su ciarpame d’intrattenimento che assai poco ha a che vedere con l’essenza della musica jazz.
Un alternarsi intelligente di composizioni originali e brani di Thelonious Monk che (come Steve Lacy ci dimostrò già anni or sono in memorabili atti liturgici/ poemi cubisti) seppe dipingere la notte con tavolozze dai pigmenti ancora da scoprire: materiche, aspre cuspidi e spigolose armonie. L’improvvisazione in quanto composizione anch’essa in imperituro movimento; passaggi di nembi dalle mutevoli forme.
Colpisce di questo lavoro il timbro delle pelli di Francesco, davvero personale, e dei suoi cimbali e ancor più dall’anima che li muove in spericolate frazioni temporali. Notevoli anche il colto sax di Nicola Fazzini e il subsonico contrabbasso di Gabriele Evangelista, a confermare quanto il trio, come forma di espressione musicale, sia congeniale a chi ardisce operare su un linguaggio, come questo Try Trio. La rilettura di Monk è attenta e devota a ogni variante emozionale, maestri nella difficile arte della spontaneità in musica, mentre le composizioni originali dimostrano una statura improvvisativa di rara levatura. Un album maturo, avvincente e profondo. Per veri amanti del jazz.
Massimo Marchini

 
 

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